martedì 20 maggio 2008

Riflessione

LA VERA VITTORIA E’ LA CONOSCENZA,
UNICO STRUMENTO DI POTERE POSTO NELLE NOSTRE POVERE MANI.
Credo che ogni giorno la nostra conoscenza possa accrescersi, sapendo semplicemente cogliere le parole di chi ci parla, accorgersi di ciò che ci circonda, osservare attentamente le persone che ci passano accanto, per poi analizzare in maniera critica le informazioni ricevute. Così, giorno, dopo giorno, ci avvicineremo sempre di più all’autoconsapevolezza. (R.M)
Seguendo le lezioni di Filosofia del Diritto, di due insigni professori della mia Università, ho assistito all’esposizione di alcuni concetti, apparentemente banali e in genere poco considerati, ma pur sempre, a mio parere, fondamentali.
Parlando del fenomeno della globalizzazione, si è giunti al concetto del Globalismo, inteso come una omologazione dell’umanità, caratterizzato dall’unità linguistica, giuridica e politica. Ipotesi fortemente contrastata (per fortuna) dalla maggior parte dei popoli, optando, invece, per la fondamentale collaborazione tra i paesi, in quanto si ritiene che sia proprio la diversità la condizione che assicuri l’esistenza umana.
Provate a pensare a un mondo in cui vi sia una unicità politica. Risulta evidente che in un sistema di tipo democratico ad imporre la propria egemonia sarebbero i paesi con il più grande numero di popolazione, situazione che porterebbe a contrasti terribili ed insostenibili.
Credo che sia, invece, fondamentale lottare per l’estensione a tutti i popoli del mondo dei Diritti fondamentali dell’uomo, così da non minare drasticamente le diverse culture mondiali, ma semplicemente assicurando la tutela della persona in quanto tale. Occorre, infatti, fare una precisazione: quelli che noi, nelle nostre Carte e Dichiarazioni, chiamiamo “diritti fondamentali”, in realtà, sono privi di un fondamento filosofico assoluto, in quanto non sono altro che un risultato storico della nostra storia occidentale, per cui, con quale presunzione imponiamo al resto del mondo dei diritti puramente occidentali, fondati su un principio prettamente individualistico?
Persino all’interno dello stesso mondo occidentale troviamo evidenti situazioni contrastanti; Un semplice esempio può essere ricondotto al diritto alla vita, più volte violato nel paese delle “libertà” con la pena di morte. L’estensione dei diritti, detti fondamentali, non sarebbe altro che uno dei tanti processi che sta conducendo il mondo alla “occidentalizzazione”. Molte persone abbandonano le loro tradizioni per uniformarsi allo stile di vita occidentale, altre, invece, combattono per difenderle, ed è quindi, proprio con la globalizzazione che si da alito al particolarismo. Credo che sia essenziale piuttosto una integrazione culturale o almeno evitare di imporre ad altri i nostri modelli di vita, ritenuti di serie A, quindi nettamente superiori.
Del resto la democrazia e la pace non si possono esportare allo stesso modo dei mezzi di produzione, in quanto non possono essere altro che il risultato del cammino intrapreso dal popolo stesso. Gli ingenti “aiuti umanitari” che non fanno altro che indebitare ulteriormente i paesi poveri, dovrebbero essere svolti da piccole associazioni con puri scopi benefici (es. Emergency) che intervengono in casi di problemi sanitari e alimentari e che implicano uno sfruttamento positivo del territorio in cui si trovano.

Per quanto riguarda l’unicità linguistica, ritengo che sia essenziale utilizzare una lingua comune a tutti per avere così la possibilità di poter scambiare le proprie idee con persone con una cultura molto diversa dalla nostra, senza tuttavia dimenticare la lingua nazionale di ogni paese.
E’ possibile collegare a tale discorso un’altra questione, relativa ai patti internazionali, riguardanti principalmente due aspetti:
-Patto sui diritti civili e politici
-Patto sui diritti economici, sociali e culturali.
Paesi come la Cina furono i primi ad adottare il secondo patto, ritenendo che l’uguaglianza civile e politica, come del resto la libertà, fosse inutile se non preceduta da un’uguaglianza economica e sociale, discorso legato evidentemente al pensiero marxiano dell’uguaglianza fittizia.
In un mondo ormai caratterizzato dall’incessante rincorsa al profitto, principio sicuramente non etico, risulta indispensabile che il cittadino compia delle scelte consapevoli.
Tra le linee riportate dal professore vi cito quelle a parer mio più significative.
“Riducete i consumi” “Siate ciclisti” “Abbiate autostima” “Preferiate beni non esclusivi”
Se le prime affermazioni hanno una spiegazione immediata, la quarta ha senz’altro bisogno di un approfondimento.
Cosa si intende per beni esclusivi?
Si dicono esclusivi quei beni, i quali il mio possesso e/o godimento (è un termine utilizzato dai giuristi non siate maliziosi) implica necessariamente il mancato possesso e/o il godimento di tale bene da parte di altri.
Sono beni esclusivi: La Ricchezza, Il Potere e Il Successo. La prima, in quanto bene materiale, implica che il possesso da parte di un determinato numero di persone di grandi ricchezze corrisponda alla condizione di povertà di un maggiore numero di individui. Potere e Successo, invece, sono beni comparativi, ovvero si attua una comparazione tra coloro che hanno più o meno potere e coloro che invece sono più o meno in “vista”.
Gli individui che perseguono tali obbiettivi sono detti (non è mia invenzione) Individualisti Possessivi (Es. citato: Omunculus bandana!!Sta alla vostra fantasia capire a chi si sia riferito).
Sono invece considerati Uomini Pleromatici (alla ricerca della pienezza), coloro che perseguono beni non esclusivi quali: Mente, Corpo e Relazione. Spieghiamoci meglio.
Per Corpo si intende salute e abilità. Il fatto che un individuo sia in salute e particolarmente bravo, ad esempio, in uno sport non implica che non vi siano altri individui in salute e abili nel medesimo sport.
Per Mente, invece, si intende la Cultura, la Virtù e la Creatività. Come spiegazione di tale termine possiamo utilizzare la precedente.
Infine quando parliamo di Relazione ci riferiamo non solo alla ricerca di un bene non esclusivo, ma anche Inclusivo. Il mio “possesso”, infatti, include necessariamente il medesimo possesso da parte di un altro individuo (Es. Amicizia).

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