sabato 31 maggio 2008

Il male per il bene?

Le imperfezioni morali del nostro mondo sono come le ombre di una pittura, le quali servono per dare risalto alle luci.

Bene. Soffrire, per poi poter gioire.

Brancolare nel buio, per poi poter amare la luce.

Per questo stesso principio, diventa insipido nutrirsi sempre di cibi dolci: occorre mescolare gusti agri, acidi ed amari per eccitare il palato. Chi non abbia gustato cibi amari, non gusterà né apprezzerà cibi dolci ” Leibniz.

mercoledì 28 maggio 2008

Come eravamo

Ieri sera, tornata dalla palestra, girando qualche canale dopo aver finito di cenare, mi sono imbattuta in uno dei più bei film di Pollack: “The way we were”, titolo italiano “Come eravamo”.
La storia si svolge tra gli anni ’30-’40 ed arriva fino agli anni ‘60, raccontando l'incontro di due giovani molto diversi eppure attratti l’ uno dall'altra. Lui, Hubbel (Robert Redford) è un giovane appartenente alla borghesia bianca e protestante conservatrice, classe dirigente in America; Lei, Katie (Barbara Streisand) è ebrea e progressista, iscritta alla Lega dei giovani comunisti e impegnata nelle battaglie per i diritti civili. Si incontrano al college, dove Hubbel è il classico ragazzo bello e sportivo, ma anche particolarmente portato per la scrittura, tuttavia senza grandi principi e chiaramente disimpegnato. Katie invece è una ragazza che si fa notare per la sua intelligenza vivace, sempre disposta a battersi per influire sui destini del mondo e decisa a non a subirli passivamente in nome di una tranquillità personale e di un facile quieto vivere.
L'attrazione iniziale si trasforma in amore e sfocia in matrimonio, eppure le differenze rimangono.
Nel frattempo, lui ha successo come scrittore e viene chiamato a Hollywood per comporre sceneggiature; lei, che intanto è diventata sua moglie, decide di seguirlo, sebbene si adatti con difficoltà a vivere nell’ambiente frivolo e superficiale delle amicizie borghesi di suo marito.
Ma arrivano gli Anni ’50, e con l’avvento del Maccartismo iniziano anche le persecuzioni anticomuniste e la caccia alle streghe a Hollywood: il mondo del cinema è messo sotto indagine in un clima di repressione e di denunce. Katie parte a spada tratta per difendere gli amici presi di mira, mentre Hubbel cerca in ogni modo di defilarsi. Durante la conferenza a Washington, Katie, passando in mezzo alla folla, viene insultata da un uomo che viene prontamente preso a pugni da Hubbel. La scena successiva si svolge alla stazione, ed è proprio a questo punto del film che emergono le differenze lampanti tra i due differenti orientamenti. Katie rinfaccia ad Hubbel di rifugiarsi in una vita comoda e privilegiata evitando di guardare le macerie che gli cadono intorno, abbandonando gli amici che invece combattono perché la libertà di espressione sia un principio vivo e garantito per tutti, non soggetto alle turbolenze della politica.
Hubbel, invece, continua ad essere convinto che non ci sia nulla di male a preoccuparsi esclusivamente di se stessi e che non sia un imperativo categorico battersi per dei principi perché non ne vale la pena:
- Katie, tutto quello che succede nel mondo, non accade a te! La vita è troppo seria per essere presa seriamente!
- tra qualche anno gli stessi che volevano cambiare il mondo saranno seduti nelle loro case middle class sorseggiando whisky e giocando a golf e allora perché sbattersi tanto per dei principi?

- Ma gli uomini sono i loro principi!
Urla Katie ammettendo in quel momento la sua resa.
Alla fine,quindi, a dispetto dell’amore che ancora li unisce, i due sono costretti a separarsi.
Si ritroveranno soltanto diversi anni dopo, entrambi nuovamente sposati, nel periodo del disarmo nucleare.
Hubbel resta impressionato vendendo Katie impegnata per la raccolta firme contro l’uso delle armi atomiche:
-Ma tu, non ti arrendi mai?
(Le chiede sorridendo).
-No, fino a quando non sarò costretta a farlo. Sono diventata brava a perdere.
-Senz’ altro più di me.
(Le risponde)
- Io ho solo fatto solo più pratica.
(Gli risponde con un filo di voce)

Salutandosi i loro occhi si incontrano, facendo brillare ancora una volta la scintilla del loro amore, per poi stringersi in un abbraccio tenero e commovente. Una volta staccatosi l’uno dalle braccia dell’altra, Hubbell sempre sorridendo, prende uno dei volantini di Katie e guardandola ancora una volta si allontana.
M.R.


Colonna sonora: Barbara Streisand
Traduzione
Come Eravamo
Le memorie fanno luce sugli angoli della mia mente,
sbiadite memorie con tenui colori di come eravamo
Immagini distrutte dei sorrisi che ci siamo lasciati dietro
sorrisi che abbiamo scambiato per come eravamo
può essere che fosse tutto così semplice allora
o il tempo ha riscritto ogni cosa?
se avessimo l'occasione di rifare tutto ancora una volta
dimmi, vorremmo? potremmo?
I ricordi possono essere belli adesso
e ciò che è troppo doloroso da ricordare
scegliamo semplicemente di dimenticare
così sono le risate che ricorderemo
ogni volta che ricorderemo come eravamo
Come eravamo.

domenica 25 maggio 2008

Non dimenticare mai di ringraziare

Nella vita ci saranno sempre persone che ti tradiranno, che parleranno male di te, che cercheranno di metterti i bastoni fra le ruote, ma, per fortuna, esistono anche persone sempre pronte a sostenerti, a consolarti, a farti notare i tuoi difetti e i tuoi sbagli, perché il buonismo non serve a niente e a nessuno, perché se te li fanno notare è per farti migliorare e per evitare di sbagliare ancora; Per cui, anche se in un primo momento, il loro comportamento può sembrare duro, poco dopo scoprirai che l’hanno fatto per il tuo bene.

Si deve essere umili, mettere sempre in conto gli errori, magari piangere un po’ per sfogarsi, perché infondo, se siamo così come siamo, è per un motivo, ci sono delle cause: Il nostro carattere, le esperienze che abbiamo fatto, le persone con cui abbiamo vissuto.
Ringrazio per aver incontrato queste persone e non è neppure necessario che faccia i loro nomi, perché in cuor loro, lo sanno.
Tutti coloro di cui mi fido non hanno alcun motivo di dubitare, perché tutti i giorni, mi sento in dovere di sorridere e di guardarmi intorno per ringraziare Qualcuno o Qualcosa, a cui non so dare un nome, per averli incontrati.
Sono consapevole di avere un brutto carattere, ma per merito loro,adesso sono cosciente di avere anche lati positivi, quelli che di solito si chiamano pregi. Sono incredibilmente imperfetta, ma non per questo migliore o peggiore di altri. Avere un carattere che porti facilmente a ricevere critiche non significa, per questo, essere sempre in errore.

sabato 24 maggio 2008

In memoria

"Un uomo fa quello che è suo dovere fare,
quali che siano le conseguenze personali,
quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni.
Questa è la base di tutta la moralità umana."

J. F. Kennedy;
citazione che Giovanni Falcone amava spesso riferire

martedì 20 maggio 2008

Riflessione

LA VERA VITTORIA E’ LA CONOSCENZA,
UNICO STRUMENTO DI POTERE POSTO NELLE NOSTRE POVERE MANI.
Credo che ogni giorno la nostra conoscenza possa accrescersi, sapendo semplicemente cogliere le parole di chi ci parla, accorgersi di ciò che ci circonda, osservare attentamente le persone che ci passano accanto, per poi analizzare in maniera critica le informazioni ricevute. Così, giorno, dopo giorno, ci avvicineremo sempre di più all’autoconsapevolezza. (R.M)
Seguendo le lezioni di Filosofia del Diritto, di due insigni professori della mia Università, ho assistito all’esposizione di alcuni concetti, apparentemente banali e in genere poco considerati, ma pur sempre, a mio parere, fondamentali.
Parlando del fenomeno della globalizzazione, si è giunti al concetto del Globalismo, inteso come una omologazione dell’umanità, caratterizzato dall’unità linguistica, giuridica e politica. Ipotesi fortemente contrastata (per fortuna) dalla maggior parte dei popoli, optando, invece, per la fondamentale collaborazione tra i paesi, in quanto si ritiene che sia proprio la diversità la condizione che assicuri l’esistenza umana.
Provate a pensare a un mondo in cui vi sia una unicità politica. Risulta evidente che in un sistema di tipo democratico ad imporre la propria egemonia sarebbero i paesi con il più grande numero di popolazione, situazione che porterebbe a contrasti terribili ed insostenibili.
Credo che sia, invece, fondamentale lottare per l’estensione a tutti i popoli del mondo dei Diritti fondamentali dell’uomo, così da non minare drasticamente le diverse culture mondiali, ma semplicemente assicurando la tutela della persona in quanto tale. Occorre, infatti, fare una precisazione: quelli che noi, nelle nostre Carte e Dichiarazioni, chiamiamo “diritti fondamentali”, in realtà, sono privi di un fondamento filosofico assoluto, in quanto non sono altro che un risultato storico della nostra storia occidentale, per cui, con quale presunzione imponiamo al resto del mondo dei diritti puramente occidentali, fondati su un principio prettamente individualistico?
Persino all’interno dello stesso mondo occidentale troviamo evidenti situazioni contrastanti; Un semplice esempio può essere ricondotto al diritto alla vita, più volte violato nel paese delle “libertà” con la pena di morte. L’estensione dei diritti, detti fondamentali, non sarebbe altro che uno dei tanti processi che sta conducendo il mondo alla “occidentalizzazione”. Molte persone abbandonano le loro tradizioni per uniformarsi allo stile di vita occidentale, altre, invece, combattono per difenderle, ed è quindi, proprio con la globalizzazione che si da alito al particolarismo. Credo che sia essenziale piuttosto una integrazione culturale o almeno evitare di imporre ad altri i nostri modelli di vita, ritenuti di serie A, quindi nettamente superiori.
Del resto la democrazia e la pace non si possono esportare allo stesso modo dei mezzi di produzione, in quanto non possono essere altro che il risultato del cammino intrapreso dal popolo stesso. Gli ingenti “aiuti umanitari” che non fanno altro che indebitare ulteriormente i paesi poveri, dovrebbero essere svolti da piccole associazioni con puri scopi benefici (es. Emergency) che intervengono in casi di problemi sanitari e alimentari e che implicano uno sfruttamento positivo del territorio in cui si trovano.

Per quanto riguarda l’unicità linguistica, ritengo che sia essenziale utilizzare una lingua comune a tutti per avere così la possibilità di poter scambiare le proprie idee con persone con una cultura molto diversa dalla nostra, senza tuttavia dimenticare la lingua nazionale di ogni paese.
E’ possibile collegare a tale discorso un’altra questione, relativa ai patti internazionali, riguardanti principalmente due aspetti:
-Patto sui diritti civili e politici
-Patto sui diritti economici, sociali e culturali.
Paesi come la Cina furono i primi ad adottare il secondo patto, ritenendo che l’uguaglianza civile e politica, come del resto la libertà, fosse inutile se non preceduta da un’uguaglianza economica e sociale, discorso legato evidentemente al pensiero marxiano dell’uguaglianza fittizia.
In un mondo ormai caratterizzato dall’incessante rincorsa al profitto, principio sicuramente non etico, risulta indispensabile che il cittadino compia delle scelte consapevoli.
Tra le linee riportate dal professore vi cito quelle a parer mio più significative.
“Riducete i consumi” “Siate ciclisti” “Abbiate autostima” “Preferiate beni non esclusivi”
Se le prime affermazioni hanno una spiegazione immediata, la quarta ha senz’altro bisogno di un approfondimento.
Cosa si intende per beni esclusivi?
Si dicono esclusivi quei beni, i quali il mio possesso e/o godimento (è un termine utilizzato dai giuristi non siate maliziosi) implica necessariamente il mancato possesso e/o il godimento di tale bene da parte di altri.
Sono beni esclusivi: La Ricchezza, Il Potere e Il Successo. La prima, in quanto bene materiale, implica che il possesso da parte di un determinato numero di persone di grandi ricchezze corrisponda alla condizione di povertà di un maggiore numero di individui. Potere e Successo, invece, sono beni comparativi, ovvero si attua una comparazione tra coloro che hanno più o meno potere e coloro che invece sono più o meno in “vista”.
Gli individui che perseguono tali obbiettivi sono detti (non è mia invenzione) Individualisti Possessivi (Es. citato: Omunculus bandana!!Sta alla vostra fantasia capire a chi si sia riferito).
Sono invece considerati Uomini Pleromatici (alla ricerca della pienezza), coloro che perseguono beni non esclusivi quali: Mente, Corpo e Relazione. Spieghiamoci meglio.
Per Corpo si intende salute e abilità. Il fatto che un individuo sia in salute e particolarmente bravo, ad esempio, in uno sport non implica che non vi siano altri individui in salute e abili nel medesimo sport.
Per Mente, invece, si intende la Cultura, la Virtù e la Creatività. Come spiegazione di tale termine possiamo utilizzare la precedente.
Infine quando parliamo di Relazione ci riferiamo non solo alla ricerca di un bene non esclusivo, ma anche Inclusivo. Il mio “possesso”, infatti, include necessariamente il medesimo possesso da parte di un altro individuo (Es. Amicizia).

lunedì 19 maggio 2008

Il Tragico-comico mondo dei precari in TUTTA LA VITA DAVANTI

Nel bel mezzo di una corale apertura onirica a suon di Beach Boys, la voce narrante di Laura Morante ci introduce cautamente nella favola nera di Marta, ventiquattrenne siciliana trapiantata a Roma neolaureata con lode, abbraccio accademico e pubblicazione della tesi in filosofia teoretica.Umile, curiosa e un poco ingenua, Marta si vede chiudere in faccia le porte del mondo accademico ed editoriale, per ritrovarsi a essere "scelta" come baby-sitter dalla figlia della sbandata e fragile ragazza madre Sonia. È proprio questa "Marilyn di borgata" a introdurla nel call center della Multiple, azienda specializzata nella vendita di un apparecchio di depurazione dell'acqua apparentemente miracoloso.Da qui inizia il viaggio di Marta in un mondo alieno, quello dei tanti giovani, carini e "precariamente occupati" italiani: in una periferia romana spaventosamente deserta e avveniristica, isolata dal resto del mondo come un reality, la Multiple si rivela pian piano al suo sguardo ingenuo come una sorta di mostro che fagocita i giovani lavoratori, illudendoli con premi e incoraggiamenti (sms motivazionali quotidiani della capo-reparto), training da villaggio vacanze (coreografie di gruppo per "iniziare bene la giornata") per poi punirli con eliminazioni alla Grande fratello. Un mondo plasticamente sorridente e spaventato, in cui vittime (giovani precari pieni di speranze come il fragile Lucio 2 di Elio Germano) e carnefici (Ghini e Ferilli) sono accomunati da una stessa ansia per il futuro che si tramuta in folle disperazione. Non c'è scampo per nessuno all'interno di queste logiche di sfruttamento, e a poco servirà il tentativo dell'onesto ma evanescente sindacalista Giorgio Conforti (Valerio Mastandrea) di cambiare idealisticamente un mondo che difficilmente può essere cambiato.Prendendo spunto dal libro della blogger sarda Michela Murgia, "Il mondo deve sapere", Virzì esplora con gli occhi di Marta, attraverso il viso curioso della fresca Isabella Ragonese, l'inferno di questo precariato con tutta la vita davanti; e lo fa con lo spirito comico e amaro che da sempre lo contraddistingue. Accentuando stavolta i toni tragicomici e grotteschi da commedia nera, il regista toscano dà vita a un'opera corale, matura e agghiacciante, che rivisita (attualizzandola) la miglior tradizione della commedia amara alla Monicelli, costruendo – grazie anche all'apporto del fido sceneggiatore Francesco Bruni – personaggi complessi e sfaccettati, teneri e feroci, comici e tragici a un tempo, ma tutti disperatamente umani e autentici. Con la stessa umiltà e onestà intellettuale di Marta, Virzì si muove tra le spaventose dinamiche del mondo moderno senza mai cadere nel facile giudizio, nel pietismo o – vista l'attualità del tema – nella trappola del film a tesi, mantenendo sempre in primo piano il suo amore per gli ultimi e una compassione per le sue creature disperate e perfide, figlie di una società malata, ma forse non ancora in fase terminale. E se Marta può ancora sognare un mondo migliore per sé e per la bambina cui fa da baby-sitter( la piccola Lara che comunica con la madre Sonia con piccoli “trillini”), un mondo che balla spensierato ascoltando i Beach Boys e si affeziona a una voce telefonica, tutto attorno resta un ritratto allarmante dell'Italia di oggi, che Virzì svela sapientemente sotto una patina di sinistra comicità. Un'Italia dolce e amara quella di Tutta la vita davanti, che commuove e angoscia lasciandoci con un groppo in gola, come quell'ovosodo che non andava né su né giù.